INDONESIA
Esplorando l'Indonesia: Un Viaggio Verso Nuove Avventure
Benvenuti nel mio racconto di viaggio attraverso un pezzetto di Indonesia, una terra affascinante che con la sua cultura vibrante ha catturato il mio cuore.
L'Indonesia mi ha travolto come un'onda: un caleidoscopio di colori, profumi e sapori che ha acceso i miei sensi e la mia anima. E' stato un viaggio intenso, a tratti estenuante, ma ogni "sbattimento" è stato ampiamente ripagato dalla bellezza selvaggia di questo paese e dalla gentilezza del suo popolo.
In tre settimane (dal 12/08/23 al 01/09/23), ho attraversato l'isola di Giava, Lombok, Gili Air e Bali, un itinerario ricco di esperienze che mi ha permesso di assaporare l'essenza di questa terra magica. Ho visitato templi millenari, mi sono immersa nella giungla lussureggiante, ho nuotato in acque cristalline e mi sono lasciata conquistare dal ritmo frenetico delle città.
Giorni 1 e 2: Milano - Jakarta
Il viaggio ha inizio da Milano Malpensa dove, carichi di entusiasmo e aspettative, ci imbarchiamo su un volo Emirates diretto a Jakarta. Dopo un breve scalo a Dubai, atterriamo finalmente nella vivace capitale indonesiana.
Arrivati a Jakarta intorno alle 22:10, facciamo sosta per la notte all'FM7 Resort Hotel, un'oasi di tranquillità e comfort vicino all'aeroporto. Nonostante il breve tempo a disposizione, riusciamo a goderci una notte riposante e una deliziosa colazione a buffet, preparandoci per la tappa successiva del nostro viaggio.
Abbiamo scelto di non fermarci in questa megalopoli ma fare solamente sosta tecnica per la notte in quanto preferiamo passare il tempo a disposizione per questo viaggio in altro modo, non la riteniamo degna di nota in base ai nostri personali gusti.
Giorno 3: Yogyakarta
L'alba ci ha trovati già in piedi, pronti per imbarcarci su un volo Batik Air che ci avrebbe portati a Yogyakarta, una delle gemme culturali dell'Indonesia. Atterrati dopo un'ora allo Yogyakarta International Airport ci dirigiamo verso il centro città, immergendoci immediatamente nell'atmosfera vivace e caotica delle sue strade. Un breve viaggio in treno dalla stazione integrata all'aeroporto (circa 40 minuti- costo del biglietto poco più di 2 euro) ci ha permesso di assaporare il primo vero assaggio di Indonesia: risaie a perdita d'occhio, gente che lavora nei campi, il rombo dei motorini, bambini che giocano con gli aquiloni, case diroccate e povere, la vita semplice delle persone comuni.
Raggiunto l'Adhistana Hotel, un grazioso e pulito hotel con una piscina al centro, Dani non ha resistito al richiamo del rinfresco dopo il caldo e la fatica del viaggio. Dopo esserci rinfrescati e cambiati abbiamo fatto il primo giro a piedi della città, trovando un negozio di schede telefoniche per acquistare due sim indonesiane utilissime per poter avere sempre a disposizione internet e per poter telefonare tramite whatsapp. Purtroppo il tempo a disposizione per visitare Jogyakarta era poco. Avremmo desiderato esplorare il complesso del Kraton (palazzo del sultano), i vicoli e i mercati ma abbiamo dovuto optare per un tour panoramico a bordo di un carrozzino trainato da un motorino. Il giro ci ha condotti nei pressi di Jalan Malioboro, una via animata e colorata, ricca di negozi e street food, dove ci siamo immersi nell'atmosfera caotica e chiassosa. Non ho resistito alla tentazione di assaggiare i satay, spiedini di pollo fatti cuocere da una signora su una piccola brace e ricoperti di salsa di arachidi. Ci siamo poi fermati a bere una birra per rilassarci un pò, sedendoci sulla terrazza di un locale lungo la via.
Per cena, abbiamo deciso di avventurarci in Jalan Prawirotaman una strada vicino al nostro hotel ricca di localini. Attratti dall'atmosfera autentica, abbiamo scelto il warung Heru (i warung sono simili alle nostre osterie e con prezzi decisamente più contenuti rispetto ai ristoranti). Il cibo era squisito, abbiamo assaggiato il nostro primo (di molti) Nasi Goreng, un piatto unico composto da riso fritto con verdure, pollo o gamberi e l'immancabile uovo fritto sopra e un Nasi Pecel. Il tutto per una spesa di circa 9 euro in due. L'atmosfera del locale era davvero piacevole, con musica dal vivo e sorrisi contagiosi che illuminavano il locale. Un'esperienza autentica che ci ha permesso di immergerci nella cultura culinaria indonesiana.
Giorno 4: Templi Borobudur e Prambanan
Dall'Italia avevo contattato la Perama Tour per organizzare la visita ai famosi templi Borobudur e Prambanan in giornata. I biglietti per il Borodudur li avevo acquistati online una settimana prima (circa 27 euro l'uno, decisamente cari rispetto al costo generale del paese). Il giorno della visita c'è stato un piccolo imprevisto. Il bus che doveva passarci a prendere alle 8 è passato alle 7! Ovviamente non eravamo pronti.
Per fortuna, Baron, dell'agenzia Kresna (incaricati dalla Perama tour di seguire questa zona) ci ha contattati su Whatsapp e ci ha raggiunto direttamente al nostro hotel. Ci ha gentilmente accompagnato al parcheggio del Borobudur dove ci siamo uniti al resto del gruppo. Dopo aver atteso il nostro turno (si entra a piccoli gruppi di persone accompagnati da una guida locale obbligatoria) ci hanno consegnato dei sandali apposta anti usura per non rovinare il tempio. Li ho trovati terribili, ma Dani li ha apprezzati così tanto da volerne portare un paio a casa. Il caldo era già intenso. Ci siamo avvicinati al complesso a step, durante i quali la guida ci ha illustrato curiosità, storia e dati sul tempio. La maestosità del Borobudur si percepiva già da lontano, ma avvicinandoci abbiamo potuto godere appieno della sua imponenza e della sua solennità. Un luogo davvero magico.
- il Borobudur è il più grande tempio buddhista del mondo
- fu ritrovato da un archeologo dopo essere stato sepolto per secoli da eruzioni vulcaniche e dalla foresta
Ci godiamo pian piano la salita al tempio, soffermandoci ad ammirare i dettagli delle dieci terrazze che lo compongono. Ogni livello è un susseguirsi di sculture, bassorilievi e nicchie che raccontano la storia del Buddha e la sua filosofia. Raggiungiamo l'ultimo piano, caratterizzato da una serie di stupa, campane di pietra traforate che all'interno custodiscono statue del Buddha. Non possiamo che notare la presenza di numerose statue mancanti. Purtroppo molte di esse sono state rubate dai cacciatori di reliquie e vendute ai musei di tutto il mondo. Un vero peccato che priva il tempio di parte della sua bellezza e del suo valore storico.
La vista da quassù è mozzafiato: lo sguardo si perde sul verde a perdita d'occhio e sui vulcani che svettano all'orizzonte.
Finita la visita al tempio ci è stata concessa mezz'ora di tempo libero per esplorare e fotografare l'area in autonomia. Una volta terminata la visita, ci siamo ritrovati all'uscita vicino al bus che ci ha condotti a un ristorante locale per il pranzo. Dopo aver rifocillato le nostre energie, saliamo nuovamente sul bus e ci dirigiamo verso il tempio di Prambanan. In questa tappa non era prevista la presenza di una guida, quindi abbiamo visitato il complesso in autonomia, con un appuntamento fissato per il rientro dopo un paio d'ore.
Anche se non ha raggiunto lo stesso livello di fascino del Borobudur, il tempio di Prambanan si è rivelato un complesso di templi induisti davvero incantevole. La sua particolarità e la vastità del sito lo rendono una tappa imperdibile per qualsiasi viaggiatore in Indonesia.
Considerazioni:
Dopo aver visitato i maestosi templi di Borobudur e Prambanan, ci siamo ritrovati a riflettere sulle nostre emozioni e impressioni. Nonostante la grandiosità e lo splendore di questi siti storici, entrambi abbiamo notato di non aver provato lo stesso "effetto wow" che abbiamo sperimentato visitando i templi di Angkor Wat in Cambogia. Le forti emozioni e il senso di meraviglia che ci ha travolto ad Angkor sono stati unici e indimenticabili, e pur apprezzando la bellezza dei templi indonesiani, non abbiamo vissuto la stessa intensità di emozioni qui.
Il tour è stato organizzato in modo impeccabile, con un efficiente servizio di trasporto che ci ha condotti ai rispettivi hotel. Il costo complessivo, escluso il biglietto per il Borobudur, è stato di circa 25 euro, un prezzo ragionevole considerato la durata e la completezza del tour.
La sera abbiamo deciso di esplorare ulteriormente la vivace atmosfera di Prawirotaman, facendo un aperitivo e cenando nuovamente al warung Hero. Abbiamo assaggiato altri piatti tipici e ci siamo goduti la musica dal vivo, immergendoci completamente nell'atmosfera del locale. Infine abbiamo fatto una piccola deviazione in un negozietto locale per acquistare dei biscotti chiamati Bakpia, attratti da alcune recensioni positive lette online. Tuttavia, nonostante le aspettative, abbiamo scoperto che non erano così buoni come ci aspettavamo, ma rimarranno comunque un ricordo divertente di questa avventura in Indonesia, specialmente perché abbiamo fatto uno sforzo per arrivarci, chiamando un "motorino taxi" apposta per noi. Le commesse del negozio sembravano divertirsi molto vedendoci arrivare, forse perché avevano capito che eravamo li appositamente! Dopo aver assaporato la vera essenza dell'isola con la musica e il cibo del warung Hero questa delusione è stata un pò come una rock band stonata che rovina un concerto perfetto. 😂
Giorno 5: viaggio in treno da Yogyakarta a Probolinggo e Bromo
La giornata è iniziata prestissimo. Alle 7:30 eravamo già alla stazione dei treni di Lempuyangan. Fortunatemente avevo già prenotato i biglietti online per garantirci un posto a bordo, considerando la popolarità del tragitto. Il treno è partito puntualmente alle 8:34 e il viaggio è durato circa 8 ore. Il tempo scorreva piacevolmente leggendo un libro e ammirando il panorama mozzafiato che si srotola fuori dal finestrino: distese di risaie intervallate da foreste, banani e una vegetazione lussureggiante. La vista della gente che viaggiava in motorino e dei bambini che giocavano con gli aquiloni aggiungeva un tocco di vita al paesaggio. Non nascondo che il viaggio è stato anche stancante, soprattutto perché avevo acquistato i posti meno cari, che non erano molto comodi.
Arrivati a Probolinggo, siamo stati accolti da due addetti della Perama che avevo contattato per il tour del vulcano Bromo.
Dopo una breve sosta in agenzia per saldare il conto (circa 200 euro in totale compreso tour e hotel) e ricevere tutte le informazioni necessarie, siamo partiti per Cemoro Lawang, dove passeremo la notte prima di affrontare l'avventura al vulcano. Il viaggio attraverso strade tortuose e piene di curve è durato circa due ore in compagnia dell'autista Didi, il nostro riferimento per il tour. Arrivati allo Yoschi Hotel siamo stati accolti dal buio e dal freddo pungente (l'altitudine è di circa 2.200 metri).
Ci siamo sistemati nella camera che chi hanno assegnato, una "casetta" familiare davvero spaziosa con due camere da letto, una delle quali al piano superiore.
L'aria era frizzante e il cielo stellato era di una bellezza unica.
Verso le 19:30 ci siamo diretti verso il ristorante per la cena. Il menù offriva una varietà di piatti tipici indonesiani, il cibo era delizioso! Mentre aspettavamo che ci venisse servito il cibo, ecco che, all'improvviso, una canzone inizia a risuonare dalle casse del ristorante. Le prime note ci hanno fatto sussultare: era "su di noi" di Pupo, un classico della musica italiana degli anni 80! Non potevamo credere alle nostre orecchie e non potevamo fare a meno di ridere, trovando incredibile come una canzone così familiare avesse trovato la sua strada fino a questo piccolo angolo di mondo sperduto. L'idea di ascoltare Pupo in un contesto così lontano e inaspettato era davvero esilarante. Ci siamo goduti il resto della cena in un clima di allegria e divertimento.Eravamo pieni di quell'emozione che ti prende la pancia per l'aspettativa dell'avventura che stavamo per affrontare.
Giorno 6: Un'alba mozzafiato al Bromo
Occhi gonfi e sguardi assonnati dopo una notte a ritmo di musica e canti per la festa nazionale. Alle 3:40, imbacuccati nelle giacche a vento noleggiate in hotel, saliamo sulla jeep condivisa con altri tre avventurieri. Dani, infreddolito, si stringe addosso una sciarpa di lana comprata da un venditore ambulante. Un'ora di viaggio in salita su strade dissestate, sballottati come chicchi di caffè in una moka gigante. Intrappolati in un serpentone di jeep che arranca verso la cima.
Finalmente, arriviamo al punto panoramico. Il freddo pungente ci morde le guance, ma lo spettacolo del cielo stellato ci lascia senza fiato. Un'ora di attesa impaziente, con il cuore che batte all'unisono con il vento gelido. All'improvviso, un barlume all'orizzonte: l'alba è imminente. Il sole sorge maestoso dal cratere del vulcano Bromo, incendiando il cielo con sfumature di rosso, arancio e giallo. La caldera si illumina in una luce irreale, mentre le nuvole di fumo si tingono di rosa. Uno spettacolo mozzafiato che lascia senza parole, un quadro dipinto dalla natura con pennellate di fuoco. Brividi di freddo ed emozione si mescolano mentre ammiriamo questo panorama divino. La stanchezza della notte insonne svanisce in un istante, sostituita da un'energia vibrante. Un'esperienza indimenticabile che con il suo trionfo di colori e emozioni ha ripagato ampiamente ogni sacrificio.
Alle 7 in punto, come da accordi, ci ritroviamo alla nostra jeep. Il sole, ormai alto nel cielo, illumina la distesa di sabbia che ci separa dal vulcano Bromo. Un infinito parcheggio ai piedi della montagna ci accoglie, e qui fissiamo il gancio per il ritorno alle nove. Lasciate le jeep, iniziamo la scalata del Bromo. Il sentiero, non troppo lungo (circa 30/40 minuti a piedi), si snoda attraverso un paesaggio lunare, fatto di roccia vulcanica e sabbia nera. Per chi preferisce, è possibile salire a cavallo, una scelta che vediamo fare a molti. Man mano che ci avviciniamo al cratere, un odore acre e pungente invade l'aria. Lo zolfo, sprigionato dal vulcano, brucia la gola e provoca tosse. La respirazione diventa difficile, tanto che alcuni compagni di viaggio sono costretti a fermarsi. Dani, purtroppo, è tra questi. Io, con tenacia e un pizzico di follia, riesco a raggiungere la cima. Davanti a me il cratere fumante del Bromo, una voragine infernale che sputa vapori sulfurei. Ho scattato una foto di questo incontro con il dio del fuoco, ma poi sono dovuta scendere immediatamente, poiché la situazione era diventata insostenibile. La discesa è veloce, resa necessaria dall'aria irrespirabile.
Scendendo, ripenso all'esperienza vissuta. La bellezza del Bromo è innegabile, ma la potenza distruttiva del vulcano è palpabile. Forse una mascherina, fornita ai visitatori, non sarebbe una cattiva idea per rendere l'esperienza più sicura e accessibile a tutti.
Dopo l'emozionante esperienza al Bromo, ci riuniamo al punto di ritrovo con la Jeep. Il tempo di riprenderci un pò dalla scalata e ripartiamo per l'hotel. Una piacevole colazione ci attende, e dopo aver ripreso le valigie, Didi ci accompagna all'aeroporto di Surabaya. Il viaggio di ritorno si rivela interessante. Parlando con il nostro autista, ho la possibilità di conoscere meglio la vita in Indonesia, il suo lavoro e la sua famiglia. Didi mi racconta che come molti altri autisti e lavoratori del settore turistico in Indonesia, il suo lavoro è caratterizzato da periodi di intensa attività durante l'alta stagione, seguiti da mesi di inattività. Durante la bassa stagione, lui e la sua famiglia si arrangiano come possono, con la moglie che si occupa della casa e dei loro figli. Ciò che mi colpisce è la totale mancanza di tutele per questi lavoratori, che non hanno alcun tipo di indennità o disoccupazione. Il suo stipendio mensile si aggira intorno ai 300 euro. Questa conversazione mi apre gli occhi su una realtà molto diversa dalla mia e mi fa riflettere sul valore del lavoro e sulle disparità economiche e sui ruoli di genere in una società come quella indonesiana.
Un'ora di volo con la Super Air Jet ci porta all'aeroporto di Praya Lombok. Qui, due ragazzi super efficienti, ingaggiati dal nostro hotel, ci accompagnano a Kuta Lombok. Arrivati al Village Vibes Lombok, già avvolto dalla sera, veniamo ricevuti in un ambiente caldo e accogliente. Il nostro bungalow, comodo e delizioso, ci offre un rifugio perfetto dopo la lunga giornata. Dopo una doccia ristoratrice, decidiamo di ordinare un taxi per raggiungere un ristorante. Il nostro autista, giovane e dinamico, ci consiglia il Warung Flora, che si rivela una vera sorpresa. Un'ottima cena, con sapori autentici e prezzi contenuti, conclude in bellezza la nostra giornata.
Richiamato il nostro taxista, ci ritiriamo nel nostro bungalow, felici di riposare dopo un'avventura ricca di emozioni.
Giorno 7: relax e onde a Tanjung Aan Beach
Dopo una dormita ristoratrice, ci svegliamo senza fretta, desiderosi di goderci una giornata di relax in spiaggia. Niente sveglie all'alba, solo il ritmo lento delle onde a scandire il tempo. Direttamente al Village Vibes, noleggiamo un motorino senza troppe formalità: pagamento, consegna e via!
In circa venti minuti, arriviamo alla magnifica spiaggia di Tanjung Aan. Su consiglio del nostro amico taxista, cerchiamo il warung Dede e ci sistemiamo sulle loro sdraio, pronti a trascorrere una giornata in totale relax. La formula del Warung Dede (come quella di tutti i warung sulla spiaggia) è semplice e perfetta: niente pagamenti per lettini e ombrellone, ma solo l'obbligo di consumare qualcosa da bere e da mangiare. Un'occasione per assaggiare le specialità locali e godersi la vista mozzafiato. La lunghissima spiaggia di Tanjung Aan ci invita a lunghe passeggiate sulla sabbia bianca. Il mare, con le sue onde divertenti, ci regala un'infinità di tuffi e risate.
Dopo il pranzo e ancora un pò di relax, ci siamo diretti verso il villaggio tradizionale di Sade. Accompagnati da una guida, obbligatoria per la visita, abbiamo esplorato la cultura e le abitudini degli abitanti. Le case, costruite con materiali naturali, sono davvero suggestive. La visita al villaggio è stata interessante, anche se l'atmosfera turistica era un pò invadente. I souvenir proposti erano decisamente cari, soprattutto se rapportati al costo della vita generale in Indonesia. Avremmo desiderato acquistare un prodotto artigianale come ricordo, ma i prezzi eccessivi ci hanno dissuaso.
Concluso il giro al villaggio di Sade ci dirigiamo verso la spiaggia di The Mandalika. La bassa marea crea un paesaggio suggestivo, perfetto per sorseggiare una birra fresca (comprata al supermercatino) e ammirare un tramonto da sogno.
Rientriamo al bungalow per cambiarci e ci prepariamo per la serata a Kuta. In sella al nostro motorino, in pochi minuti raggiungiamo il centro. Un aperitivo in un localino con musica dal vivo crea un'atmosfera piacevole, ma il vino si rivela una pessima scelta, sembrava aceto! Decidiamo di cenare in un ristorante di cui non ricordo il nome, che non lascia il segno per la qualità del cibo.
Giorno 8: Un'onda di adrenalina a Selong Belanak
Un tragitto di circa 45 minuti in scooter ci ha portato alla spiaggia di Selong Belanak. Un ragazzo ci ha approcciato e mi ha convinto a provare il surf, descrivendo questa spiaggia come ideale per i principianti. Non avevo mai pensato di surfare prima, ma l'idea di cavalcare le onde in un contesto così rilassante mi stuzzica. Selong Belanak si rivela davvero la spiaggia perfetta per chi vuole provare il surf per la prima volta. Le onde, non troppo alte ma neanche troppo piccole, permettono di imparare direttamente sulla spiaggia, senza bisogno di barche. Un'esperienza che si rivela divertente e accessibile, tanto che riesco persino a stare in piedi sulla tavola più volte! Un risultato che non mi sarei mai aspettata e che mi riempie di soddisfazione. Dani, con il senno di poi, si pente di non aver provato. L'adrenalina del surf, la bellezza della spiaggia e la sensazione di libertà che ho provato cavalcando le onde rendono questa esperienza davvero indimenticabile. Un'avventura che consiglio a tutti, anche a chi, come me, non aveva mai pensato di provare il surf.
Dopo l'ebbrezza del surf, ci rilassiamo sulle sdraio del Tropic Warung, consigliatoci dal ragazzo che mi ha convinto a provare il surf. Qui ci godiamo un piacevole pranzo. Verso le 15 partiamo in motorino alla volta della spiaggia di Mawun. Tuttavia, la strada si rivela dissestata e decisamente poco piacevole da percorrere. Decidiamo quindi di optare per una spiaggia alternativa sulla strada verso il nostro bungalow: Pantai Lancing. Il tragitto per Pantai Lancing si rivela un'avventura a sé stante con la strada che si snoda attraverso paesaggi rurali. Attraversiamo campi coltivati, villaggi pittoreschi e greggi di animali al pascolo, tra cui galline, mucche e bufali che attraversano la carreggiata con nonchalance.
Un momento da brivido si verifica durante la mattinata, quando un branco di bufali attraversa la strada proprio davanti a noi! Per un attimo, il pericolo di una collisione è reale, ma una macchina riesce a schivarli per un pelo.
Riflessione:
Guidare il motorino in Lombok si rivela un'esperienza fantastica, che regala un senso di libertà impagabile. Un'avventura che ci porta a contatto con la bellezza autentica dell'isola. In sella al nostro mezzo, attraversando paesaggi incontaminati e incontrando la fauna selvatica, è come se ogni preoccupazione svanisse, lasciandoti completamente rapito dal momento presente. Diventa un'esperienza quasi meditativa, un modo per connettersi con la natura e con se stessi. O comunque questo è come ho vissuto io quei momenti. E' bello vedere come un semplice viaggio in motorino possa trasformarsi in un'opportunità per riflettere e per scoprire nuove dimensioni della propria esperienza di viaggio.
Dopo la giornata ricca di emozioni, decidiamo di concederci un meritato massaggio. La Dayang Spa, situata vicino al nostro alloggio, offre un'esperienza rilassante un prezzo davvero conveniente: solo 10 euro a testa per un massaggio balinese.
Rinnovati e rinvigoriti, siamo tornati a cenare al Warung Flora, per non sbagliare! Il cibo è davvero ottimo e consigliamo vivamente questo locale a chiunque visiti Kuta Lombok.
Giorno 9: Viaggio verso Gili Air
Salutiamo a malincuore Kuta Lombok e alle 8:30 un driver ci accompagna al molo di Bangsal, da cui ci imbarcheremo per Gili Air.
Avevamo già contrattato il trasferimento il giorno prima in un'agenzia in centro a Kuta, risparmiando rispetto all'opzione proposta dall'hotel. Il costo è di circa 25 euro in due per un paio di ore di macchina e il trasporto in barca per le Gili. Durante il viaggio in auto, facciamo la conoscenza di una coppia di ragazzi spagnoli davvero simpatici. Tra risate e chiacchiere il tempo vola e il viaggio diventa un'esperienza piacevole. Al molo, decidiamo di non optare per il traghetto pubblico, più lento, e di pagare un extra per una fast boat che ci permette di raggiungere Gili Air in tempi più brevi.
Sbarcati sull'isola verso l'ora di pranzo, accaldati e con gli zaini pesantissimi, ci imbattiamo nella realtà di Gili Air: qui non esistono messi di trasporto se non carrozze trainate da cavalli. Raggiungiamo l' Island View Bar & Bungalow e, dopo un rinfrescante cocktail di benvenuto, ci accomodiamo nel nostro bungalow, il numero 1. Pur essendo essenziale, con letto a baldacchino e un'atmosfera un pò datata (basterebbe qualche piccolo accorgimento per renderlo più accogliente), il bungalow vanta un accesso diretto alla spiaggia, un vero lusso!
Partiamo con entusiasmo e ci fermiamo a pranzare a El-Pirata beach bar and grill, uno dei numerosi locali che si trovano lungo la strada che costeggia tutta l'isola.
Dopo il pranzo, decidiamo di esplorare l'isola a piedi. Il ritmo è lento, scandito dal desiderio di scoprire ogni angolo e di trovare la spiaggia perfetta per i due giorni successivi. L'isola si presenta subito con un fascino particolare, un mix di bellezza selvaggia e di decadenza. Da un lato, la natura regala scorci incantevoli: il sole che illumina la costa, la vegetazione tropicale che cresce rigogliosa. Dall'altro, alcune zone lasciano trasparire un senso di abbandono, con strutture fatiscenti, pattumiere stracolme e cumuli di sporcizia. Le spiagge, pur non essendo immense, offrono comunque la possibilità di rilassarsi al sole e di fare un tuffo rinfrescante. Tuttavia, la mancanza di zone ombreggiate e la presenza di scogli e coralli appuntiti rendono la ricerca del posto ideale un pò impegnativa. Per fortuna, avevamo portato con noi le scarpine da scoglio, che si sono rivelate indispensabili per entrare in acqua senza ferirsi. L'acqua, bassa per molti metri, richiede di camminare parecchio per raggiungere un punto in cui poter nuotare liberamente. Le correnti, spesso forti, soprattutto nel pomeriggio, invitano alla prudenza e sconsigliano di avventurarsi troppo al largo. Nonostante le piccole criticità , l'isola sa regalare momenti di vero relax. Il ritmo lento della vita locale, il suono delle onde che s'infrangono sulla riva e la bellezza dei tramonti infuocati sono un toccasana per l'anima.
Dopo il tour dell'isola, la leggera scottatura presa al sole di Lombok mi spinge a cercare riparo dal sole cocente. Ci rifugiamo sotto una delle "capannine" di legno del nostro resort immergendoci in un piacevole riposo.
Le altalene sull'acqua davanti al resort ci offrono l'occasione per alcuni scatti fotografici. E' un dispiacere che la loro struttura appaia rovinata: la scritta sbiadita e le sedute malconce stonano con la bellezza del panorama circostante, un vero peccato che non valorizza questo angolo suggestivo. Un cocktail al tramonto conclude la nostra giornata. Il sapore non è dei migliori, ma la vista mozzafiato del sole che si immerge nel mare rende il momento comunque piacevole.
Giorno 10: Relax a Gili Air
Dedichiamo l'intera giornata a Gili Air, immergendoci nelle acque cristalline della zona nord-ovest dell'isola. Un pò di snorkeling mi permette di ammirare una varietà di pesciolini colorati, ma la corrente piuttosto forte mi impedisce di avventurarmi troppo al largo. Il resto della giornata trascorre in piacevole relax sulla spiaggia, in un'atmosfera di totale tranquillità.
Prenotiamo un tour di snorkeling per l'indomani presso l'agenzia Rusty office, situata poco oltre il nostro resort. Due ragazzi italiani, di ritorno dal loro tour, ci consigliano entusiasti di non perdercelo.
L'ora del tramonto la passiamo al Luckys bar. La sorpresa arriva quando, ordinando le nostre birre, il barista ci chiede con nonchalance se vogliamo aggiungere "funghetti allucinogeni" (magic mushrooms) per godere appieno del tramonto! Scopriamo così che su quest'isola è una consuetudine: guardandoci intorno, notiamo alcuni visi decisamente alterati e incantati! 😂
Dopo le nostre birre (senza l'aggiunta di ingredienti speciali, ovviamente!) ci spostiamo al Mowie's bar, situato proprio li vicino. Purtroppo non c'è posto per cenare (la gente qui cena davvero presto), quindi ci godiamo un cocktail fronte mare nell'attesa. Non appena si libera un tavolo, ci accomodiamo e ordiniamo un fish curry e uno smashburger, entrambi molto buoni.
Giorno 11: Un'avventura di snorkeling indimenticabile
Sveglia prestissimo e partenza alle 7,30 per il tour di snorkeling. Un'escursione intima, solo noi due in compagnia di due ragazzi: uno alla guida della barca e l'altro un vero "pesce" umano, che si immerge con noi, ci guida verso i punti migliori per avvistare pesci e tartarughe e ci immortala con la sua Go Pro. L'esperienza è stata a dir poco fantastica. Quattro tappe di snorkeling attorno alle tre isole ci regalano una varietà incredibile di fauna marina: pesci coloratissimi e tartarughe marine che solcano le acque con eleganza. I ragazzi si dimostrano guide esperte e competenti, nuotando con noi con sinuosità e velocità. Nuotare con le tartarughe è un'esperienza che si rinnova. Come già alle Perhentian in Malesia, questi animali affascinanti e stupendi mi lasciano senza fiato. Questo incontro con la natura mi ha riempito di gioia, è stata un'emozione unica.
Un momento mistico: un attimo sospeso nel tempo, lontano dal frastuono e dalle riprese video. Un incontro ravvicinato con una tartaruga, un incrocio di sguardi che sembra quasi un dialogo silenzioso. Nuotare insieme, in un'armonia perfetta che trasmette pace e serenità. Un'esperienza che va oltre la bellezza: un contatto profondo con la natura, un senso di rispetto e di ammirazione per queste creature meravigliose. Un momento magico che rimarrà per sempre impresso nella mia memoria.
Rientrati dal tour, ci godiamo una deliziosa colazione al resort, inclusa nel nostro soggiorno. Un momento di relax per ricaricare le batterie dopo l'avventura di snorkeling. Poi, ci concediamo un massaggio rilassante al The Frangipani spa, un vero toccasana per il corpo e la mente. Le mani esperte delle massaggiatrici ci trasportano in un'oasi di pace e benessere. Il pomeriggio trascorre in un dolce riposo nella nostra capannina di legno sulla spiaggia del resort.
Al calar del sole, ci spostiamo all'Adinda Cafè per un aperitivo.
Consigliati dai ragazzi spagnoli conosciuti in taxi a Lombok, decidiamo di provare il ristorante Optimiz Prime. Ebbene, si è rivelata la cena più squisita di tutto il nostro viaggio in Indonesia. F a n t a s t i c o !! Un piccolo ristorantino un pò nascosto: se non ce l'avessero indicato, non ci saremmo mai capitati. Ma che scoperta! Atmosfera intima e accogliente, personale di una gentilezza e delicatezza squisite. Il cibo? Sublime! piatti curati in ogni minimo dettaglio, sapori raffinati e accostamenti sorprendenti. Un vero trionfo per il palato. E il prezzo? incredibilmente conveniente. Circa 9 euro in due per due piatti a testa. Se solo lo avessimo saputo prima, ci saremmo andati tutte e tre le sere! Un'esperienza da consigliare a tutti gli amanti della buona cucina.
Questa è stata l'ultima serata a Gili Air. Con il senno di poi due giorni e mezzo sono stati sufficienti: snorkeling con tartarughe e tramonti mozzafiato sono stati il top, mentre il resto non ha lasciato un segno indelebile.
Giorno 12: partenza per Bali con un inizio movimentato
La fast boat per Bali, prenotata dall'Italia tramite internet parte alle 11:00. Arriviamo al porto con un pò di ritardo, verso le 10:10, e la sorpresa è amara: le barche sono già piene! Il porto è gremito di persone, molte delle quali, come noi, hanno prenotato per le 11:00 e ora si ritrovano ad attendere chissà per quanto. Finalmente, alle 13:00, ci imbarchiamo per un viaggio di circa due ore. L'inizio è tranquillo, ma poi il mare diventa agitato e la traversata si trasforma in un rodeo! Onde alte e balli forsennati ci accompagnano fino al porto di Padangbai. Sembra di essere su una giostra impazzita, con il traghetto che ondeggia e traballa in modo incontrollabile. Ci aggrappiamo ai nostri sedili pregando in silenzio che la traversata finisca presto. Qualcuno, purtroppo, non regge la tensione e vomita sul fondo della barca. Dopo due ore che sembrano interminabili, finalmente attracchiamo al porto. Scendiamo dal traghetto un pò frastornati ma sollevati di toccare la terraferma, è stato davvero un viaggio della speranza.
Un taxi prepagato ci attende e ci conduce al nostro primo hotel a Bali. L'hotel, il più caro della vacanza, si trova sulle colline di Sidemen ed è stato scelto come prima tappa del nostro viaggio. Si chiama Patal Kikian Villa. Se non ci fosse stato il ritardo con la barca, avremmo potuto fare un trekking nelle risaie della zona, che sono davvero stupende. Purtroppo arriviamo quando il sole sta già tramontando , ma la bellezza del posto ci lascia comunque senza fiato. Immersi in un'oasi di quiete e silenzio, godiamo di una vista straordinaria sulle risaie in lontananza.
Appena arrivati, oltre ad un rinfrescante cocktail di benvenuto, ci viene offerto un massaggio di 15 minuti ai piedi nella loro SPA. Un tocco di relax per iniziare il nostro soggiorno nel migliore dei modi. La camera ed il bagno sono molto spaziosi, con un terrazzo privato altrettanto grande. Acqua e frutta a disposizione completano il quadro di un comfort impeccabile. Ci siamo accordati con il receptionist per il driver per il giorno seguente. Dopo una doccia ristoratrice e il piacevole massaggio ai piedi ci godiamo una deliziosa cena presso il ristorante della struttura. Il cibo è eccellente, confermando l'impressione di un posto davvero consigliabile. Certo, il prezzo è più alto rispetto alla media di Bali (88 euro a notte), ma per una notte sola è un lusso che vale la pena concedersi. L'atmosfera magica e il personale gentile e sorridente rendono il soggiorno ancora più piacevole.
Giorno 13: Incontro con Bali
Su suggerimento del receptionist, la mattina seguente decidiamo di provare la "floating breakfast" alle sette del mattino. Un cielo che si tinge di rosa, le risaie che emergono dalla foschia mattutina... e noi, due cretini immersi nella piscina con la nostra colazione galleggiante. L'acqua? freddissima! Ma l'idea di fare colazione in stile "grandi signori" era troppo allettante per lasciarci scoraggiare da un pò di freddo. E così, con i denti che battevano e le mani intirizzite, abbiamo cercato di gustare croissant e caffè. Impesa ardua, ve lo assicuro! Tra un tremolio e l'altro, il rischio di fare cadere tutto in piscina era concreto. Ma la risata era contagiosa, e tra una smorfia di freddo e una battuta ironica, abbiamo finito per divertirci un sacco. In fondo, è questo il bello dei viaggi: provare cose nuove, anche se a volte ci si ritrova a fare i cretini. E di sicuro, questa colazione da brividi rimarrà per sempre impressa nella nostra memoria!
Dopo una doccia per riprenderci, zaini in spalla e un ultimo saluto a questo luogo incantato, è tempo di conoscere il nostro driver. Con lui abbiamo appuntamento per un paio di escursioni che ci condurranno alla nostra seconda tappa a Bali: Ubud.
Prima tappa: un piccolo negozietto di un sarto locale. Qui, con pochissimi euro, acquistiamo un sarong a testa, un capo indispensabile per visitare i templi in tutta la nostra avventura balinese.
La nostra prima meta è il tempio Lempuyang, uno dei luoghi più sacri e iconici di Bali. Siamo arrivati alle nove del mattino, ma c'era già un considerevole numero di persone. Una fila interminabile di gente che attende il proprio turno per la famosa foto davanti alla "porta del paradiso". Uno specchietto posto sotto al cellulare crea l'illusione di uno specchio d'acqua che riflette il cielo, dando vita a uno scatto scenografico che spopola su Istagram. Il nostro numero è il 215. Ci informano che l'attesa è di circa due ore. Due ore che noi decidiamo di non sprecare in coda. Preferiamo esplorare altre bellezze di Bali piuttosto che assistere a una sfilata di pose plastiche davanti a un obiettivo. Sia chiaro, non giudico nessuno. Ognuno è libero di impiegare il proprio tempo come meglio crede. Tuttavia, a mio parere, il tempio Lempuyang merita una visita ben al di là della foto instagrammabile. La sua bellezza intrinseca e l'architettura suggestiva lo rendono un luogo davvero speciale, anche se purtroppo è diventato un vero e proprio parco a tema per influencer. E' importante riuscire a cogliere la bellezza autentica in un luogo, al di la delle immagini patinate. Sarebbe auspicabile promuovere un turismo più responsabile e rispettoso dei luoghi sacri, che valorizzi la cultura e le tradizioni locali, evitando di trasformare questi luoghi in semplici scenografie per selfie.
Il prezzo del biglietto è di circa 3,28 euro, a cui si aggiungono 1,34 euro per i bus che dal parcheggio conduce alla "porta del paradiso".
Scendiamo a piedi verso la fermata del bus, immersi nel caldo che inizia a farsi sentire. Una terrazza panoramica, chiamata Maha Kencana Paradise, cattura la nostra attenzione. Non possiamo resistere al richiamo di una bibita fresca e di una vista incredibile sul vulcano Agung (seppur parzialmente coperto dalle nubi). Cogliamo l'occasione per alcuni scatti fotografici (prezzo per le foto ricordo circa 1 euro e 20). Essendo gli unici visitatori, ci godiamo la tranquillità e la sensazione di pace che pervade l'aria .
Ripartiamo dal parcheggio e lungo il tragitto il nostro driver insiste per fermarci a visitare una piantagione di caffè. Ci dice che è di proprietà di suo "fratello", ma con il senno di poi, credo che riceva delle provvigioni per portare turisti in questo luogo.
Dopo questa breve tappa al Tunas Bali Luwak Coffee , dove abbiamo visitato le coltivazioni e assaggiato diverse varietà di thè ci siamo diretti al tempio Taman Tirtagangga (entrata circa 3 euro a testa). L'antico palazzo dell'acqua è affascinante: un vero e proprio labirinto di piscine e vasche piene di carpe giganti, fontane zampillanti e passerelle di pietra che si snodano nell'acqua. Un'oasi pace e bellezza che ci ha rapiti con la sua atmosfera magica.
A parte il fatto che per quasi 20 minuti siamo rimasti in precario equilibrio su una passerella di pietre nell'acqua, monopolizzata da tre ragazze intente a scattarsi un'infinità di foto in tutte le pose immaginabili. Abbiamo assistito ad un vero e proprio show di pose plastiche e acrobazie improbabili, in bilico tra il divertimento e l'esasperazione, anche perché la coda implacabile ci ha impedito di fuggire. Dopo un'attesa che ha sfiorato l'eternità, le tre grazie digitali hanno finalmente concesso il loro benestare e si sono dileguate, lasciandoci la passerella libera e un pizzico di ironia nel cuore.
Dopo una mattinata ricca di avventure, arriviamo al Bliss Ubud Spa Resort, dove trascorreremo le prossime 6 notti. Un rifugio incantevole: un'isola di calma, la camera è ampia e luminosa, arredata con gusto e dotata di ogni comfort, inclusi acqua e frutta fresca a disposizione.
Dopo un pranzetto delizioso gustato sul terrazzo del nostro bungalow, circondati dal verde delle risaie, ci rilassiamo in piscina, immersi in un'atmosfera di pace e tranquillità.
Dopo aver sistemato le nostre cose al resort, decidiamo di noleggiare uno scooter per i prossimi 5 giorni da un signore poco distante. Il prezzo è di circa 30 euro in totale. Un vero affare! Con il nostro nuovo mezzo di trasporto, ci dirigiamo verso il centro di Ubud, a circa 10 minuti di scooter. La cena al warung Biah Biah è una vera sorpresa: ottimo cibo, prezzi bassi e un'atmosfera accogliente. Dopo la cena, facciamo un giretto per le stradine di Ubud, immergendoci nella vivace vita notturna del posto.
Prime impressioni di Bali: ci ha già conquistati, anche se ancora non ne siamo completamente consapevoli. La circolazione è un vero incubo, con tratti di strada di pochi chilometri che si percorrono in 40 minuti. Lo scooter è l'unico modo per spostarsi con un pò di agilità, mentre l'auto è sconsigliata. Codice stradale inesistente: l'unica regola sembra essere che non ci sono regole! 😂 Guidare a Bali è un'esperienza adrenalinica, da vivere con prudenza e una buona dose di ironia.
L'uso del clacson in Indonesia: una sinfonia di comunicazione.
Una delle particolarità che mi ha colpito è dell'uso del clacson. Nelle nostre strade, il clacson viene utilizzato quasi sempre a "posteriori", per segnalare un errore o un'infrazione da parte di un altro automobilista. In Indonesia ha un ruolo completamente diverso. Viene usato di continuo, ma in modo molto tranquillo e quasi musicale. Non è un suono di rabbia o frustrazione, ma piuttosto un modo per comunicare la propria presenza e segnalare le proprie intenzioni agli altri veicoli. All'inizio mi infastidiva un pò questo continuo strombazzare, ma poi ho iniziato a capirne il senso. Non è un segno di aggressività ma un dialogo tra le auto, per comunicare in un contesto di strade trafficate e spesso senza regole precise.
Giorno 14: Bali: un tuffo nel passato e nel presente
Prima tappa della giornata: il tempio Tirta Empul, noto come "la sorgente sacra". In sella al nostro scooter, lo raggiungiamo in mezz'ora circa, ed essendo tra i primi ad arrivare, possiamo goderci la visita in tutta tranquillità . Il biglietto di ingresso è circa 3 euro a testa. Decidiamo di compiere il rito della purificazione. Negli spogliatoi indossiamo un sarong verde, noleggiato in loco. Un ragazzo del posto ci accompagna , spiegandoci con gentilezza le diverse fasi del rito. Dopo una breve introduzione, un'offerta e preghiere di ringraziamento, ci immergiamo nelle vasche, seguendo il rituale: preghiera, bevanda e sputo per tre volte, lavaggio del viso con una certa gestualità e tutto questo per quasi tutte le fonti. Un'avventura autentica: ci approcciamo al rito con rispetto e attenzione, seguendo le istruzioni come da tradizione locale. L'esperienza ci ha fatto sentire immersi nello spirito del luogo, connessi con la cultura e la spiritualità balinese.
Dopo questa meravigliosa tappa, ci dirigiamo verso il Gunung Kawi, un tempio antico e suggestivo immerso nella vegetazione. Il tragitto in salita è impegnativo, con circa 300 scalini da percorrere sotto il caldo sole di Bali! Ma la fatica viene ampiamente ricompensata dalla bellezza del luogo. Un tuffo nel passato: il tempio Gunung Kawi, uno dei templi più antichi di Bali, ci porta indietro nel tempo con la sua atmosfera mistica e affascinante. Le rovine, scavate nella roccia vulcanica, raccontano storie di antiche dinastie e di rituali sacri. E' una tappa imperdibile per chi desidera immergersi nella cultura e spiritualità di Bali.
Dopo aver lasciato il Gunung Kawi ci siamo diretti verso le risaie terrazzate di Tegalalang. Si dispiegano come un mosaico verdeggiante tra le nuvole, offrendo uno spettacolo davvero suggestivo. Eppure, un velo di artificialità offusca la loro bellezza, quasi fossero state modellate unicamente per il godimento dei turisti. Un'autenticità compromessa che non ha impedito di godere una piacevole passeggiata tra i saliscendi delle terrazze. Per pochi euro, immortalata con il classico vestito rosso, ho ceduto al fascino di una foto ricordo, seguita da un gustoso hamburger con vista panoramica.
Dopo una mezz'ora di passeggiata tra le risaie, il tempo di digerire il panino e di immergersi nella quiete della natura, risaliamo in scooter diretti al tempio Goa Gajah, la Grotta dell'Elefante. Il biglietto d'ingresso, sempre di 3 euro a persona, ci apre le porte ad un sito veramente imperdibile, situato a pochi passi da Ubud. Oltre alla suggestiva grotta, il vero gioiello è il complesso che la circonda: vasche per la purificazione immerse in una natura rigogliosa, alberi dalle forme fantastiche, una cascata che rinfresca l'aria e ruscelli che creano un sottofondo musicale rilassante. Un piccolo tempio completa il quadro, offrendo un luogo di pace e raccoglimento.

Dopo un tuffo rinfrescante nella piscina dell'hotel, ci dirigiamo verso il centro di Ubud. Il sole inizia a calare, tingendo il cielo di sfumature rosate e facciamo un aperitivo mentre osserviamo le strade che brulicano di vita. Ci accomodiamo al Sungriwa warung, un locale carino con un'atmosfera accogliente. Ordiniamo una buona cena di piatti tipici preparati con cura. Il prezzo è un pò più alto rispetto alla sera prima e devo ammettere che ho preferito la qualità del Biah Biah. Forse la mia opinione è stata condizionata da un incontro spiacevole: due topi, uno nel locale dell'aperitivo (un topo equilibrista che si è esibito in una performance acrobatica su una trave sul tetto del locale) e uno sulla porta d'ingresso dello Sungriwa, indeciso se unirsi alla nostra cena o se cercare fortuna altrove. Forse stava valutando il menù, o forse era solo in cerca di compagnia. Noi, comunque, decidiamo di non invitarlo! Certo, non è stata la cena più romantica della nostra vita, ma di sicuro la ricorderemo con grande ironia!
Giorno 15: Ubud: tra natura, cultura e relax
Sveglia presto per immergersi nella natura rigogliosa di Ubud. La nostra meta è la Campuhan Ridge Walk, un trekking leggero che si snoda lungo una cresta panoramica, regalando scorci su foresta, villaggi e campi di riso. Il sentiero si inerpica dolcemente nel verde offrendoci un'oasi di pace lontano dal caos cittadino.
Dopo la rinvigorente camminata nella natura, ci dirigiamo verso il cuore di Ubud per visitare il palazzo reale di Ubud e il tempio di Pura Saraswati.
Palazzo reale: residenza ufficiale della famiglia reale di Ubud, il palazzo è un esempio di architettura balinese tradizionale.
Tempio di Pura Saraswati: dedicato alla dea Saraswati, dea della conoscenza e delle arti, il tempio è un capolavoro di architettura. Purtroppo il lavori di ristrutturazione in corso privano il tempio della sua componente acquatica, che ne esalta il fascino e la suggestione. Nonostante l'inconveniente l'ho trovato un luogo magnifico.
Dopo un piacevole giro nel centro di questa affascinante città, ci fermiamo per una pausa rinfrescante al Casa Luna. Attratti dai dolci in vetrina, non possiamo resistere e finiamo per "pranzare" con enormi fette di torte deliziose e consistenti! La città brulica di driver che offrono ai turisti tour e spostamenti. Tra i tanti, scegliamo Wayan (Pande), un uomo che ci ispira fiducia e con cui contrattiamo il tour del nord per il giorno seguente. Si rivelerà davvero una persona dolcissima e affidabile.
Nel pomeriggio, ci concediamo un momento di relax prenotando un pacchetto di coppia nella spa del resort. Un massaggio balinese, uno scrub purificante, un massaggio viso e un bagno rinfrescante nei fiori. Una bella coccola.
Merita una menzione il Sintya Laudry, un ottimo servizio di lavanderia vicino al resort, efficiente e conveniente. Per solo 6,50 euro, due borsate di vestiti sporchi sono tornate perfettamente pulite e stirate. Un vero toccasana per chi viaggia e non ha tempo per lavare i propri indumenti.
Dopo la giornata di tour, decidiamo di tornare al warung biah biah per una cena sicura e gustosa. La certezza di un'esperienza culinaria piacevole e di un'atmosfera accogliente.
Giorno 16: Incontro con la pace e la spiritualità del nord di Bali
Un risveglio all'insegna dell'avventura: il nostro fidato driver Wayan ci accompagna puntuale per il tour del nord di Bali. Un'oasi di pace: il Pura Luhur Batukaru ci accoglie con la sua atmosfera mistica e silenziosa, avvolto nella quiete della natura. La vista del vulcano Batukaru che si staglia maestoso sullo sfondo crea un'incantevole cornice. Essere gli unici visitatori del tempio ci permette di immergerci completamente nella sua bellezza e spiritualità, assaporando ogni momento con calma e una pace interiore rare. Ci prendiamo tutto il tempo necessario per esplorare il tempio, ammirando l'architettura dettagliata, le sculture intricate e l'armonia del complesso. La natura rigogliosa che circonda il tempio, il laghetto con il suo tempietto al centro e l'atmosfera mistica che permea ogni angolo creano un'esperienza davvero unica e indimenticabile. La visita al Pura Luhur Batukaru è stata un vero e proprio toccasana per l'anima, mi ha donato grande pace e serenità.
Dopo la pace interiore del Pura Luhur Batukaru, ci dirigiamo verso le risaie di Jatiluwih, un'esplosione di verde e di bellezza che ci lascia senza fiato. A differenza delle risaie di Tegalalang, affollate di turisti, Jatiluwih ci regala un'esperienza autentica e incontaminata. Le risaie si estendono a perdita d'occhio, disegnando un paesaggio mozzafiato che sembra uscito da un dipinto. Imbocchiamo il sentiero più breve del percorso trekking e ci immergiamo completamente nella natura. I panorami che si aprono davanti ai nostri occhi sono semplicemente spettacolari: terrazze di riso verdeggianti che si susseguono una dopo l'altra, incorniciate da palme e da una vegetazione lussureggiante. Lungo il percorso, incontriamo alcuni contadini al lavoro nelle risaie. Un'esperienza da non perdere: la visita alle risaie di Jatiluwih è stato un vero e proprio incanto per gli occhi e per il cuore, un luogo magico che ci ha fatto vivere un sogno ad occhi aperti e ci ha riempito di stupore e meraviglia.
Pure il viaggio in macchina è stato un continuo stupore: le risaie che si estendono all'infinito, come un mare verdeggiante, ci hanno regalato panorami mozzafiato. Ogni curva ci riservava una nuova sorpresa, un nuovo scorcio da immortalare con una foto.
Tappa successiva tempio Pura Ulun Danu Bratan: questo incantevole tempio sorge su un'isoletta del lago Bratan, creando un'immagine di rara bellezza. La sua architettura tipica balinese, con i tetti a pagoda che si riflettono nell'acqua, rendono questo tempio davvero unico e suggestivo. La zona intorno al tempio è stata trasformata in un parco divertimenti, con attrazioni per bambini e adulti. Un modo per sfruttare turisticamente il luogo, che però non ne altera il fascino e la bellezza.
Il pranzo in un bar all'interno del parco divertimenti del Pura Ulun Danu Bratan è stato decisamente deludente. Cibo di scarsa qualità e prezzi elevati: da non consigliare a nessuno.
Il nostro fidato driver Wayan, ascoltando le conversazioni con altri autisti che provenivano dai laghi gemelli Tamblingan e Buyan e dalla porta Handara, ci ha saggiamente sconsigliato di visitare questi luoghi (come da nostre intenzioni), in quanto molto affollati. Abbiamo deciso di seguire il consiglio di Wayan e di dirigerci verso la cascata Leke Leke, una meta meno conosciuta e quindi più tranquilla. La scelta si è rivelata azzeccata: la strada per arrivarci a piedi è immersa nella foresta e offre panorami davvero suggestivi. La cascata ci ha conquistati con la sua bellezza scenica. Il getto d'acqua impetuoso che si getta nella piscina naturale sottostante crea un'atmosfera di grande fascino e suggestione.
Al ritorno dalla cascata, esausti e infuocati dal caldo della camminata in salita, ci siamo concessi un meritato ristoro nel bar panoramico affacciato alla foresta. Lì, abbiamo assaporato un delizioso milkshake, mentre ci siamo goduti il panorama in silenzio immersi nella pace e nella tranquillità di questa vista perfetta.
La cena in un ristorantino sulla strada che porta dall'hotel al centro di Ubud (warung Pulau Kelapa) è stata un modo piacevole per concludere la giornata. Il cibo era buono, anche se non tra i migliori del nostro viaggio.
Giorno 17: Un'avventura a Nusa Penida
La scelta di prenotare all'ultimo minuto un tour per Nusa Penida con pacchetto snorkeling e punti panoramici si è rivelata azzeccata. La giornata è iniziata con un pick-up alle 7 del mattino e una colazione al porto di Sanur. Il pastel de nata, dolce ricordo della vacanza portoghese dell'anno precedente, e il pain au chocolat che abbiamo gustato sono stati tra i migliori mai assaggiati (e pensare che li abbiamo trovati addirittura qui a Bali!).
La fast boat Axe Stone Fast Cruise ci ha trasportati a Nusa Penida in circa 40 minuti. Sull'isola, dopo essere stati divisi in gruppi, ci siamo imbarcati su una barchetta con una ventina di persone per raggiungere i tre punti snorkeling previsti dal tour. Il primo punto, Manta point, ci ha regalato l'emozione di vedere da vicino due mante nere enormi. Questi animali affascinanti, con i loro movimenti sinuosi e la loro eleganza sembravano davvero volare nell'acqua. Il loro veloce passaggio silenzioso e maestoso ci ha lasciati senza fiato.
Il secondo punto si è rivelato altrettanto fantastico. Mi sono immersa in un tripudio di colori, ammirando coralli di rara bellezza e diverse varietà di pesci tropicali di ogni forma e dimensione.
Ho deciso di non tuffarmi nel terzo punto snorkeling, situato in una zona aperta e soggetta a forti correnti. I pochi temerari che si sono tuffati sono risaliti a bordo della barca intirizziti e quasi congelati.
Nonostante la folla e l'acqua un pò mossa e fredda, ho apprezzato molto lo snorkeling per la bellezza dei fondali e la varietà di creatura che ho avuto il privilegio di osservare.
Tornati a riva, siamo saliti in macchina con tre persone del nostro gruppo e l'autista. Il nostro obiettivo: raggiungere i punti panoramici dell'isola. L'autista, seppur giovane, si è subito dimostrato un vero temerario (e, a tratti, anche un pò pazzo) sfrecciando su strade strette e piene di buche, a una velocità che sfidava la pericolosità del percorso. Devo ammettere che, nonostante la mia iniziale apprensione, la sua abilità al volante e la sua aria sfrontata mi hanno rassicurata. A metà strada, dopo più di un'ora di macchina, ci siamo fermati per pranzo in un warung molto semplice. Il buffet era ricco e abbondante e ho potuto assaggiare diverse pietanze locali, il tutto compreso nel prezzo del pacchetto. Dopo il pranzo, la sfida con le strade dissestate è ricominciata. Un percorso ideale per digerire il pranzo abbondante, tra curve strette e buche profonde!
Finalmente, siamo arrivati al primo punto panoramico. Angel's Billabong. Una piscina naturale formata tra le rocce di fronte all'oceano, uno scenario davvero scenografico e di una bellezza mozzafiato.
Poi ci dirigiamo a piedi vero il secondo punto, l'arco di roccia di Broken Beach, altrettanto spettacolare. La forza erosiva del mare ha creato una conformazione geologica unica, che lascia senza fiato per la sua bellezza.
Risaliti in macchina, dopo circa mezz'ora di viaggio, abbiamo raggiunto l'ultimo punto panoramico: la famosissima roccia di Kelingking Beach. W O W
Avevamo già visto e rivisto immagini di questo luogo in foto e video, ma la realtà ha superato di gran lunga ogni nostra aspettativa. La vista di Kelingking beach è davvero unica. La roccia, che si staglia imponente sull'oceano, ha la forma che ricorda quella di un dinosauro, il T-Rex. Le foto non rendono giustizia a questo spettacolo naturale: dal vivo, è davvero straordinaria. Io ero incantata. Devo ringraziare Daniele per aver insistito nel voler visitare Nusa Penida. Se non fosse stato per lui, mi sarei persa questa esperienza indimenticabile. Ero riluttante a visitare quest'isola in quanto la sua fama attira un grande numero di turisti e avevo timore di trovarmi in un luogo affollato e caotico. E' stata una piacevole sorpresa scoprire che, nonostante la sua fama Kelingking beach ha saputo regalarmi un'emozione autentica grazie alla bellezza intrinseca del luogo.
Dopo aver bevuto qualcosa di fresco, siamo risaliti in l'auto per dirigerci verso il molo e imbarcarci per il rientro. Il mare era abbastanza mosso, ma per fortuna, non come al ritorno da Gili Air!
Arriviamo al resort che è già buio. Tempo di una doccia e un cambio d'abito, andiamo a cenare al Murni's Warung, a pochi km dal resort. Viste le recensioni mi aspettavo di meglio, non sono rimasta per niente soddisfatta.
Siamo stati svegliati durante la notte da alcune scosse di terremoto. Mi sono alzata immediatamente e mi sono precipita fuori dal bungalow, come quasi tutti i nostri vicini. Le scosse non erano particolarmente intense però la cosa che mi ha colpito è stata la loro durata. Leggendo online scopro che l'epicentro si trovava a 181 km nord est di Bali, con un stato magnitudo 7.1, 😧 Diciamo che per un bel pò fatico a riaddormentarmi. Per fortuna non ci sono state vittime o danni ed è stato dichiarato assente il pericolo tsunami. In tutto ciò Daniele è rimasto praticamente a letto, borbottando qualcosa del tipo "qua è normale, stai tranquilla".
Giorno 18: Ultimo giorno ad Ubud
Per concludere il nostro soggiorno ad Ubud la mattina ci siamo avventurati in scooter verso il famoso Bali Swing, un parco avventura con altalene e punti panoramici perfetti per scattare foto.
Attratti dalle descrizioni avventurose di alcune altalene, abbiamo pensato che sarebbe stata un'esperienza unica. Chi sa quando avremo di nuovo l'opportunità di dondolarci su altalene giganti in mezzo a paesaggi così suggestivi?
Attratti dalle descrizioni avventurose di alcune altalene, abbiamo pensato che sarebbe stata un'esperienza unica. Chi sa quando avremo di nuovo l'opportunità di dondolarci su altalene giganti in mezzo a paesaggi così suggestivi?
E così eccolo qua: il regno dei social, il posto acchiappaturisti per eccellenza. Per fortuna c'era poca gente (altrimenti avremmo sicuramente lasciato perdere). Ad ogni spot, solo due/tre persone davanti a noi, il che ha reso tutto molto scorrevole. Le altalene non erano così spaventose come credevo: mi sono lasciata andare ed ho finalmente sconfitto la paura!
I ragazzi che ci hanno assistito e scattato le foto erano tutti molto cordiali e disponibili, anche se dopo la terza/quarta postazione eravamo già studi di ripetere sempre le stesse pose, tutte uguali. Ad un certo punto il fotografo di turno ci dice di guardarci, baciarci o alzare le braccia...l'ennesima posa impostata intervallata dall'ormai onnipresente "next pose"(prossima posa). Ad un certo punto, abbiamo deciso di rompere la monotonia. In un momento di spontaneità, abbiamo fatto le linguacce al fotografo cogliendolo di sorpresa! 😜 Lui non se lo aspettava, e la sua espressione incredula ci ha fatto ridere di gusto. Anche perchè, a quanto pareva, la gente prima e dopo di noi prendeva questa cosa decisamente TROPPO sul serio! mah..noi ci siamo divertiti un pò, e questo è l'importante.
Dopo il giro, ci siamo fermati al buffet per il pranzo incluso nel pacchetto. Non era particolarmente buono, ma ci siamo accontentati.
Successivamente siamo saliti sullo scooter e abbiamo raggiunto la Monkey Forest, la foresta delle scimmie. Questo enorme parco naturale è davvero suggestivo e assolutamente da visitare. Oltre all'incontro con un numero infinito di scimmie dalla coda lunga, buffe e a volte un pò birichine , la bellezza di questo posto risiede nella foresta stessa, con alberi dalle radici giganti, statue di pietra, templi, fiumi, ponti e liane. E' davvero un luogo magico.
Usciti dalla Monkey forest, ci fermiamo al Tukies Monkey forest per un rinfresco. Io opto per un'acqua di cocco fresca, mentre Dani si concede un frappè al cocco e caffè. Dopo una doccia al resort, ci dirigiamo verso il parrucchiere quasi di fronte al nostro alloggio. Dani, che trovava i suoi capelli troppo lunghi 😕decide di tagliarli. Il parrucchiere si rivela un ragazzo davvero dolce e gentile. Si prende molta cura di Dani, che ovviamente non perde occasione per parlare con lui di calcio, il suo argomento preferito! Mentre Dani è alle prese con il taglio di capelli, io mi siedo fuori dal negozio, vicino a una vecchina con la sua bancarella. Le compro delle specie di patatine e mi guardo un pò in giro, godendomi la tranquillità del pomeriggio.
Restituiamo il motorino e per la nostra ultima cena a Ubud cerchiamo un posto vicino al resort. Ci imbattiamo nel Black Rose Resto, un piccolo ristorantino con cucina vietnamita (ma si trovano anche piatti thailandesi o indonesiani). Con circa 13 euro in due, ci godiamo un'ultima cena deliziosa.
Giorno 19: Sulla strada per Jimbaran
La mattina presto partiamo con il nostro amico driver Wayan, con il quale ci eravamo accordati per visitare un paio di posti prima di raggiungere la nostra meta finale: Jimbaran.
La prima tappa della giornata è il Taman Ajun temple, che significa "tempio del giardino sull'acqua". In effetti, l'acqua è l'elemento che circonda tutta l'area del tempio e pure i giardini, molto ben curati. Non c'è molta gente e qui si respira un'atmosfera di pace. Un piccolo gioiello, con le sue pagode dai tetti di cocco.
Eccoci di nuovo in viaggio, diretti verso il Tanah Lot, il famoso tempio induista costruito su una roccia. Per me, questo luogo è sempre stato il simbolo di Bali: quando pensavo all'isola, la associavo immediatamente alla foto di questo tempio.
Fortunatamente, si svolgeva una cerimonia durante la nostra visita. Il tempio era pieno di gente locale vestita con i tipici abiti tradizionali che pregava in silenzio. Ci siamo mossi con rispetto tra la folla, senza disturbare. Quando finalmente siamo arrivati davanti al tempio, sono rimasta letteralmente a bocca aperta. Lo avevo immaginato mille volte e visto in altrettante foto, ma dal vivo è ancora più straordinario. Non saprei spiegare perché, dato che ci sono altri templi decisamente più maestosi. Forse è la sua posizione unica su una roccia sull'oceano, o forse è l'atmosfera che si respira. Le foto non rendono per niente giustizia alla sua bellezza potente. E' un'esperienza che va vissuta di persona per essere compresa appieno.
Assistiamo anche ad un evento speciale: una processione con banda musicale in cui la gente porta doni su un altare, che vengono poi gettati in mare come offerta agli dei. Il suono festoso della musica, l'eleganza degli abiti e la devozione dei fedeli creano un'atmosfera unica e coinvolgente.
Visitiamo anche il tempio Batu Bolong, situato su uno sperone di roccia che si affaccia sull'oceano. La sua posizione scenografica e l'architettura semplice ma elegante lo rendono un luogo molto suggestivo.
nella foto, possiamo vedere i canang sari, tipici cestini intrecciati di palma o pandan onnipresenti in tutta Bali, che traboccano di offerte. Fiori freschi dai colori sgargianti, croccanti cracker, sigarette, e l'immancabile incenso, il cui profumo permea ogni angolo dell'isola. Un'offerta votiva agli dei, un dono semplice ma carico di significato, che esprime la profonda devozione del popolo balinese. 

L'hotel di Jimbaran, il Bali Breezz Hotel, ci ospiterà per le ultime due notti del nostro viaggio. La struttura è carina ma non eccezionale: sia le camere che le piscine necessiterebbero un pò di manutenzione. Tuttavia, non ci possiamo lamentare: la posizione è comoda e lo scooter ci permette di muoverci in libertà. Dato che è già pomeriggio, decidiamo di fare un giro sulla spiaggia di Muaya Beach. La spiaggia è enorme, tuttavia non c'era nulla che la rendesse veramente speciale o memorabile.
Ci fermiamo per un pranzo leggero in un bar sul lungomare, per poi goderci una passeggiata e un pò di relax sulle sdraio.
Dopo una doccia ristoratrice, siamo usciti dall'hotel per goderci il tramonto sulla spiaggia di Jimbaran. Una fila di ristoranti si affaccia sul mare, già pronti a servire la cena ai primi clienti. Il sole cala pigro sull'orizzonte, tingendo di rosso il cielo e la sabbia. La vista è davvero suggestiva, eppure l'atmosfera che si respira non é quella che immaginavo. C'è un'aria di quiete quasi spettrale, come se un tempo questo luogo fosse stato pieno di vita e ora sia stato improvvisamente abbandonato. I ristoranti, pur essendo quasi tutti pieni, si svuotano rapidamente dopo cena. Forse avevamo troppa aspettativa, immaginando di ritrovare la stessa atmosfera vivace di altri posti che abbiamo visitato in passato. La maggior parte dei turisti, soprattutto i giovani, preferisce la movida di Kuta o Canggu. Noi abbiamo scelto Jimbaran proprio per evitare il caos, ma forse la tranquillità è un pò troppa. Pazienza, ci godiamo comunque il momento e la bellezza del tramonto, osservando alcuni cagnolini che giocano indisturbati. Un sorriso malinconico si disegna sulle nostre labbra: ci manca il nostro amato compagno a quattro zampe che in quel momento sarà li pronto ad attendere il nostro ritorno.
Abbondano i ristorantini di pesce lungo la spiaggia, ognuno con il proprio menù ricco di opzioni. La scelta è ricaduta sul Warung Bamboo, dove ordiniamo due pacchetti che ci permettono di gustare deliziosi piatti di pesce fresco spendendo solo 24 euro per due persone.
La sera cala pigramente su di noi. La possibilità di svago serale è limitata, quasi inesistente. L'idea di inforcare lo scooter e dirigerci verso Kuta non ci entusiasma, e così decidiamo di ritirarci in hotel, cullati dalla brezza marina e dal canto delle onde.
Giorno 20: la malinconia dell'ultimo giorno
La mattinata inizia con un leggero senso di malinconia, una consueta compagnia al momento delle partenze.
Saliamo sullo scooter per un'ultima avventura: il tempio di Uluwatu. All'ingresso, un cartello ci avvisa di togliere gli occhiali: le scimmiette dispettose sono note per il loro furti! Dopo una breve camminata il tempio si svela ai nostri occhi, aggrappato a una scogliera rocciosa che svetta per 70 metri sull'oceano. Wow.
Ci avviciniamo per ammirare la struttura da vicino. Non è il tempio più bello che abbiamo visto, ma la sua posizione e le scogliere circostanti lo rendono davvero suggestivo.
Assistiamo divertiti a una scena esilarante: una scimmia furba ruba gli occhiali a un turista. 😂 Per fortuna Dani ha seguito il consiglio e li ha tolti. Le simpatiche bestiole, però, non si fermano qui: sgraffignano anche le offerte ai fedeli in preghiera, creando un'atmosfera comica e surreale.
Concludiamo la nostra visita con una passeggiata lungo la scogliera, immersi nella bellezza selvaggia del luogo. Le onde che si infrangono contro le rocce immense sono uno spettacolo indimenticabile.
Dopo aver salutato il tempio di Uluwatu, decidiamo di concludere la nostra giornata in bellezza: un ultimo tuffo a Padang Padang Beach. La spiaggia, resa famosa dal film "Eat, Pray, Love" con Julia Roberts, ci accoglie con le sue rocce scenografiche e la sua scogliera mozzafiato.
Trascorriamo un paio d'ore su questa spiaggia, ci concediamo qualche ultimo bagnetto. Nonostante la bellezza del luogo, non possiamo esigerci dal notare l'acqua non proprio limpida.
Salutiamo Padan Padang beach ed il mare di Bali. Verso l'ora di pranzo, decidiamo di dare un'occhiata a Kuta. Passeggiamo per le strade caotiche e piene di negozi, ma non troviamo nulla che catturi il nostro interesse. Mangiamo pranzo in un bar e girovaghiamo per negozi.
Per concludere in bellezza il nostro viaggio, ci concediamo un ultimo massaggio balinese in un posticino a Jimbaran: Mesari spa. Il gran finale del nostro viaggio è una cena a lume di candela sulla spiaggia di Jimbaran. Al warung Ramayana ci godiamo una scorpacciata di pesce fresco, accompagnato dal suono delle onde e dal profumo del mare.
Lasciamo Bali a mezzanotte e cinque dall'aeroporto di Denpasar. Il volo di ritorno con Emirates, con scalo a Dubai, ci riporta alla realtà quotidiana.
E' vero, Bali è un'isola che ha subito un forte processo di decontestualizzazione. Molti luoghi sono stati sfruttati e commercializzati, perdendo parte della loro essenza originaria. L'isola si è trasformata in un paradiso per il turismo da social, dove l'autenticità sembra a volte sfuggire.
Eppure, al di fuori dei sentieri battuti, è ancora possibile trovare la vera anima di Bali. Nei sorrisi spontanei della gente, nelle strade nascoste percorse in motorino, nella semplicità dei giochi dei bambini, nei racconti delle persone del posto e nei gesti rituali di una signora che offre incenso, si cela l'essenza più autentica di questa terra magica.
Bali ha un modo tutto suo di entrare nel cuore. Non è facile spiegare come e perché, ma ogni viaggio in cui si ha voglia di scoprire porta con sé un cambiamento interiore.
Mi sento di concludere con una frase dal libro "Come una notte a Bali" di Gianluca Gotto (che consiglio caldamente):
"..se vuoi visitare Bali, prova a farlo con gli occhi di un bambino, l'animo di un viaggiatore e i modi di un gentiluomo al primo appuntamento. Comportandoti in questo modo, Bali ti darà molto di più di quanto tu possa immaginare."
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